L’ istituzione della scuola non è decisamente moderno. La scuola è sempre esistita sin dall’antichità. In Grecia diventa uno strumento di educazione liberale solo nel V secolo a.C. dove ad Atene i giovani erano seguiti fino al diciottesimo anno di età da un grammatista che insegnava loro a leggere, a scrivere e a fare i calcoli. Ma non erano le sole materie che si insegnavano; importanti erano anche lo studio della musica,della danza e del canto e non da ultimo l’educazione fisica, fondamentale per una “mens sana in corpore sano”. La scuola in Grecia si poteva individuare nella presenza di un edificio ben caratteristico: il ginnasio.
A Roma invece per l’elevato interesse verso la politica, l’educazione rimanne prevalentemente un affare di famiglia, almeno per un po’ di secoli. Era proprio in casa che si imparavano le materie essenziali per saper leggere e scrivere. Solo a partire dal III-II secolo a.C. con l’influenza greca a Roma si ebbe l’apertura di scuole pubbliche con dei magistri o litteratores che si occupavano delle nozioni di base. Successivamente si formarono anche delle scuole più specializzate di grammatica e retorica, utilissime per chi voleva intraprendere una carriera politica.
Nel Medioevo le scuole invece avevano finalità prettamente religiose, e si intensificò la diffusione di istituti monastici propedeutici ad una buona formazione. Fu solo con Carlo Magno nel IX secolo che si fece sentire l’esigenza di un modello educativo meno religioso e più mondano, con una fioritura di scuole private, nelle quali tuttavia la Chiesa conservava un controllo. Ma è con l’affermarsi dello spirito laico nei comuni italiani che le scuole dovettero aprirsi ad una preparazione necessaria alla vita pratica ed economica. Si moltiplicarono così inizialmente le scuole private laiche e poi nel quattordicesimo secolo le vere e proprie scuole comunali, con lo studio del latino o con poco studio di questo, con una diffusione territoriale in tutti i centri di traffico economico e commerciale.